American Pastoral: L’insuccesso di Ewan McGregor

Ci si aspettava di più da Ewan McGregor. Dalla trasposizione del capolavoro di Philip Roth ci si aspettava di più. Nonostante il cast di tutto rispetto (McGregor nei panni dello svedese, Jennifer Connelly in quelli della moglie e Dakota Fanning in quelli della figlia Merry), nonostante gli ottimi costumi e la fotografia, il film non parte.

Ritmo lento, sembra di essere sulla linea di partenza ma lo sparo non arriva mai; anche se l’effetto finale viene in parte soddisfatto, infatti lo spettatore esce dalla sala angosciato ma annoiato. I tre protagonisti sono degni di lode, riescono a far trasparire ogni emozione e sono ben caratterizzati; ottima l’idea di costellare il racconto con immagini del Vietnam e conflitti nel cuore dell’America per dare il senso del tempo; ma purtroppo alcuni personaggi, seppur secondari, non vengono ben approfonditi e il loro intervento risulta poi fondamentale ai fini della trama.

La pellicola non riesce a prendere per mano lo spettatore e trascinarlo nella borghesia conflittuale e contraddittoria dell’America anni ’60. Da apprezzare invece la fotografia, soprattutto il contrasto delle immagini calde e forti capaci di irradiare i volti sorridenti dei protagonisti all’inizio (e il pubblico) per poi diventare più tetri e cupi con lo scorrere della pellicola sullo schermo fino alla fine.

L’impressione è che il regista (McGregor) si sia voluto trattenere e non spingersi oltre lasciandoci un film patinato, controllato e misurato con cura sotto ogni aspetto, sia tecnico che emozionale. Si sarebbe preferito di gran lunga un film più sporco, per così dire, ma in grado di coinvolgere il pubblico. Di emozionarlo, angosciarlo e lasciarlo a rimuginare a lungo su quanto appena visto; come del resto provano i lettori finita l’ultima pagina del romanzo.

Ammettiamo che adattare i romanzi di Roth al grande schermo è non impossibile ma molto difficile; molti registi si sono tenuti alla larga da questa sfida, e per McGregor esordire con tale opera non è stata una scelta furba, di certo sperava di ricevere visibilità e consenso ad Hollywood ma continuerà ad essere ricordato per altre pellicole. Non possiamo che augurargli maggiore fortuna e lungimiranza nel suo prossimo impegno registico, semmai ci sarà…

Su American Pastoral si può in conclusione concordare sul fatto che ci poteva, anzi ci doveva essere un più alto coinvolgimento emotivo. Tecnicamente può essere senza dubbio apprezzato, ma un’opera senz’anima, seppur bella, non verrà mai ricordata.

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