
1464-1574, l’artista rinascimentale Andrea Mantegna, su commissione di Ludovico III Gonzaga, andava decorando il Castello di San Giorgio di Mantova. Nel ciclo decorativo era prevista anche la decorazione de “La camera degli sposi”, stanza situata nella parte nord del castello. L’obiettivo che il Mantegna doveva raggiungere era la celebrazione dell’intera dinastia di Ludovico Gonzaga. Così, l’artista, soffermandosi molto sui dettagli e sulla raffinatezza del dato serico, realizzò una vera e propria opera elogiativa che subito divenne famosa per la sua bellezza. Tuttavia, dal XV° secolo ad oggi, nessuno si era mai accorto di un particolare importante…
Da poche ore la rivista ingelese “The Lancet Neurology” ha pubblicato una ricerca del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Universita’ di Torino che identifica nell’affresco di Andrea Mantegna “La Camera degli Sposi” i sintomi della neurofibromatosi tipo 1 (NF1). Raffaella Bianucci, antropologa e paleopatologa della Sezione di Medicina Legale ha identificato, con l’aiuto dei suoi colleghi, la prima rappresentazione pittorica di un caso di NF1 associata a nanismo ipofisario in un individuo di sesso femminile rappresentato nell’affresco. Raffaella Bianucci ha poi divulgato la notizia attraverso l’articolo “Painting neurofibromatosis tye 15th century”. La NF1, anche nota come malattia di Von Recklinghausen, e’ una malattia neurocutanea ereditaria che è caratterizzata dalla predisposizione allo sviluppo di tumori benigni e maligni.
La straordinarietà della scoperta risiede nel fatto che il Mantegna avrebbe anticipato la descrizione clinica della malattia di circa 90 anni rispetto alla prima descrizione scientifica della patologia di Von Recklinghausen fatta dal medico Ulisse Aldrovandi nel 1592. I ricercatori dell’Università di Torino spiegano: ” L’opera mostra i sintomi della NF1: cinque neurofibromi sul viso piu’ un neurofibroma sul dorso della mano destra, almeno cinque macchie caffe’-latte sulle guance e sul mento, svariati noduli di Lish nell’iride destra e sinistra, un marcata riduzione della statura sconfinante in un nanismo ipofisario”. Raffaella Bianucci conclude: “L’arte riveste un ruolo fondamentale nell’ambito della scienza medica. Le rappresentazioni artistiche permettono agli studenti di medicina di sviluppare in ambiente ‘protetto’ le proprie capacita’ di osservazione, descrizione e interpretazione, capacita’ che saranno loro necessarie nello svolgimento della professione”.
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