Mine: trama e recensione del film

Determinate circostanze. Queste due parole messe insieme rappresentano il genere cinematografico perfetto per descrivere film come “Buried” o “Mine”, su cui voglio focalizzare l’attenzione.
Fabio Guaglione e Fabio Resinaro danno una bella scossa al tanto criticato attuale cinema italiano, regalando al pubblico due ore di tensione, sospetti e una vasta gamma di emozioni, che non risparmia la morale. Mine è una scommessa, vinta senza ombra di dubbio dai due registi e sceneggiatori che hanno creduto nel loro progetto fino a raggiungere la terra promessa.

Il film all’inizio sembri cavalcare l’onda di “Buried – Sepolto”, film dall’analoga circostanza in cui un uomo si risveglia sotto terra all’interno di una bara e il cui unico mezzo di comunicazione è un cellulare quasi scarico, ma il sospetto di un remake all’italiana viene subito congedato.

Mike, colui che rimarrà bloccato con il piede sulla mina, per un buon numero di ore si troverà ad affrontare da solo il torrido deserto africano, con poco cibo e senza acqua, in attesa di rinforzi, semmai giungessero. Il personaggio si rivela essere molto più profondo di ciò che possa sembrare a prima vista e la sua psicologia emerge di minuto in minuto svelando la sua enorme profondità, limata a sua volta dalla comparsa inaspettata di un personaggio i cui modi sono alquanto ridicoli, il che vi regalerà dei momenti di gioia.
La sceneggiatura si rivela un lavoro ben riuscito. Niente battute classiche di chiusura o frasi ad effetto. Tutto è concentrato sui personaggi, e su ciò che li circonda: il niente assoluto.

About Gerry Gisolfi 21 Articoli
Nato a Salerno nel 1993. Studia presso La Casa del Batterista.
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