19 luglio 1992-19 luglio 2016, sono passati 24 anni dal quel terribile pomeriggio d’estate quando con un terribile attentato la mafia uccise il giudice antimafia Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Oggi, ventiquattro anni dopo, nella giornata del ricordo di quella che è passata alla storia come la strage di Via D’Amelio, il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, Segreteria provinciale Benevento ricorda il terribile attentato in cui fu colpito uno dei simboli della giustizia, un vero paladino che aveva la sola colpa di essere l’incarnazione istituzionale della legalità. Così, la Segreteria del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia di Benevento ricorda la dedizione e l’impegno che caratterizzavano Borsellino e si ripromette di essere fedele a quella che fu la strada di Paolo; la strada ostacolata della legalità.
Nell’anniversario della strage, a livello nazionale, sono state molte le segreterie del sindacato che hanno voluto sottolineare l’importanza del ricordo affinché nessuno possa dire, mai, che quel 19 luglio 1992 Paolo Borsellino morì invano. D’altronde è questa la sfida di chi indossa le vesti istituzionali della giustizia: impegnarsi quotidianamente per difendere gli ideali di giustizia e legalità che non solo a Borsellino ma anche a moltissimi altri innocenti costarono la vita. “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.” era questo il messaggio disperato che Paolo volle lanciare e oggi possiamo dire che il continuo parlare di mafia, con qualsiasi mezzo e in qualunque luogo, pur non essendo accompagnato ancora dalla vittoria definitiva della legalità, è comunque una piccola vittoria che dobbiamo a lui.
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