Il valore della storia ha un prezzo quantificabile? Per Atene, probabilmente no. Perché rifiutare 56 milioni di euro da Gucci per permettergli di sfilare sull’Acropoli, specie in un periodo del genere, fa davvero scalpore. Sì, perché quei soldi servirebbero davvero alla Grecia, da diversi anni in condizioni di instabilità economica. Ma cosa è successo?
La celebre casa di moda ha proposto alla Grecia una sfilata nella suggestiva cornice dell’Acropoli di Atene. La location scelta sarebbe proprio quella dei templi sacri delle religioni greche, un vero e proprio complesso di monumenti, tra cui il celeberrimo Partenone, il principale tra quei luoghi di culto.
Gucci aveva pensato bene di offrire 56 milioni di euro: 55 per i diritti a girare e promuovere in giro per il mondo il filmato della sfilata, e un milione per ‘affittare’ la roccia sacra per il tempo utile alla passerella.
Ebbene, la proposta arrivata questa mattina alla Commissione archeologica della Grecia (Kas), con questa offerta difficile da respingere, visto lo stato di salute in cui versano le casse del Paese, è stata prontamente rifiutata.
Le motivazioni sono spiegate da un intervento di Dimitris Pantermalis, direttore del museo che custodisce i resti del fregio del tempio antico e le Cariatidi. Queste le sue parole: “La sfilata di Gucci sull’Acropoli? Non se ne parla. Il valore e il carattere dell’Acropoli è incompatibile con un evento di questo tipo. Di pubblicità certo non ne abbiamo bisogno. Il simbolismo del monumento verrebbe svilito da una casa di moda. Concedere l’Acropoli sarebbe una vera umiliazione alla cultura greca“.