Inno di Mameli: Oggi compie 70 anni tra luci ed ombre

12 Ottobre 1946-12 Ottobre 2016. Da 70 anni  l’inno di Mameli, o meglio il “Canto degli Italiani” che risulta ancora non ufficializzato, è il canto di riconoscimento del popolo italiano.

Nato dalla penna del giovane studente mazziniano Goffredo Mameli, nel settembre del 1847 (alla vigilia dei moti insurrezionali del 48), l’inno, dall’aria orecchiabile ma dai versi complessi che molti non conoscono, nella sua versione popolare viene limitato alle prime due strofe. Se Goffredo Mameli scrisse il testo, a stendere la musica fu il musicista e patriota Michele Novaro nello stesso 1847 che scelse per il “Canto degli Italiani” la tonalità del Si bemolle. L’inno fu suonato e cantato, per la prima volta, il 10 dicembre dello stesso anno. Dopo l’unità d’Italia, l’inno sarà bandito dai Savoia che promossero, ad inno, la “Marcia Reale”. Nemmeno con la Grande Guerra l’inno di Mameli riconquisterà la sua antica popolarità perché, negli anni che vanno dal 1915 al 1918, la Prima Guerra Mondiale porterà con sè il “mito del Piave” e la canzone “La leggenda del Piave” sarà considerata, a guerra finita, l’inno degli italiani.

Naturalmente, nel ventennio fascista il “Canto degli Italiani” continuò ad essere oscurato. Il fascismo riconoscerà solamente i canti legati ad un’altra “rivoluzione“, quella in camicia nera.

Cantato fieramente dai partigiani e dagli esponenti della resistenza italiana, l’Inno di Mameli fu reintrodotto il 12 ottobre 1946 dall’allora Ministro della Guerra, Cipriano Facchinetti, che adottò, in maniera provvisoria l’inno, al posto della “Leggenda del Piave” inizialmente adottato. L’inno di Mameli era stato scelto come inno del popolo.

Non mancarono gli oppositori: il PCI preferiva un riferimento a Garibaldi piuttosto che a Giuseppe Mazzini. Tuttavia, l’inno di Mameli sopravviverà nell’Italia repubblicana a diversi tentativi di sostituzione, alcuni promossi dalla Rai attraverso sondaggi che lo videro insidiato dal”Va’ Pensiero” di Verdi tratto dal “Nabucco”. Anche Bettino Craxi, Umberto Bossi e Rocco Buttiglione si sono schierati contro l’attuale Inno.

Sebbene, ad oggi, ancora non ufficializzato, l’inno di Mameli, bistrattato, odiato, oscurato e sostituito continuamente nel corso della storia, resta ancora oggi  il canto in cui la maggior parte del popolo italiano si riconosce.

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Nato a Maddaloni il 16/05/1995. Vive a Beltiglio di Ceppaloni, un piccolo paesino della provincia di Benevento. Studia Lettere moderne presso l'Università degli Studi di Salerno. Scrive anche per Benevento ZON, AlBarSport.com e Derivati Sanniti.
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