
Nessun limite alla flessibilità del lavoro. Almeno questo è quanto emerge dall’analisi di Stefania Mangione, avvocata giuslavorista a Bologna.
Un’analisi cruda ma sicuramente molto obiettiva della realtà, con disaccordo verso le politiche adottate dagli ultimi governi. La Mangione, infatti, pone subito al centro della questione un problema fondamentale: la flessibilità al lavoro sta diventando davvero troppa, il contratto a tempo indeterminato è sempre più una chimera, mentre imperano i part-time e i contratti a tempo determinato.
Mangione spiega così il fenomeno: “L’utilizzazione indiretta di lavoratori somministrati a tempo determinato è, allo stato attuale di cose, assolutamente libera e priva di limitazioni di sorta. La somministrazione di lavoro a termine, infatti, non conosce alcun limite di durata. I soli argini potrebbero essere quelli di obbligo di forma scritta ai fini della validità del contratto e rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori”.
In tal senso, cosa può ancora fare il lavoratore? “Sicuramente evitare delle circostanze assolutamente illegali: sostituzione di lavoratori in sciopero; imprese che nei 6 mesi precedenti abbiano fatto ricorso alla cassa integrazione e/o abbiano effettuato un licenziamento collettivo; imprese che non rispettino i canoni minimi di tutela della salute e della sicurezza del lavoratore”. Nessun limite alla flessibilità: ecco l’analisi di Stefania Mangione.