Napoli, Vele di Scampia: stanziati 18 milioni per l’abbattimento di 3 vele

Quando nel 1962 l’architetto Franz di Salvo progettò le “Vele” di Scampia, probabilmente considerò la zona periferica di Scampia (Napoli) come una fatiscente zattera che a fatica inseguiva la schiuma delle onde lasciata dalla imponente nave dell’ innovazione. Ovviamente una zattera non riesce a navigare alla stessa velocità di una nave e inevitabilmente, prima o poi, finirà col capitolare in mare aperto, a causa dei suoi limiti.

Franz comprese la necessità di comunicare, alla gente e alle istituzioni, il bisogno di un rilancio della zona periferica, il bisogno vitale di abbandonare la lenta e fatiscente zattera e salire a bordo di navi veloci e sicure. Così, la costruzione delle “Vele” avrebbe dovuto far viaggiare il nuovo speditamente e la protezione degli alloggi doveva garantire il meritato riposo. Le “Torri”, attraverso cortili e ballatoi, avrebbero dovuto favorire la comunicazione tra le persone. Terminate nel 1975, le “Vele” erano pronte a spiegarsi al vento dell’avvenire e affermarsi come modello socio-architettonico di città globalizzata. Ma a partire dallo stesso anno, la totale assenza dello Stato comportò la ghettizzazione dell’area e le sette vele divennero di nuovo zattera. Il degrado e la criminalità conquistarono l’area che divenne ben presto il “ghetto” dei “cattivi”, la parte peggiore di Napoli. Le vele hanno continuato a navigare nel tempo, negli anni 2000 e fino ad oggi ma l’assenza di un capitano e numerosi “nubifragi” di ogni genere ( l’emergenza abitativa degli sfollati del terremoto dell’Ottanta, la selvaggia occupazione degli alloggi e la criminalità) hanno causato, nel tempo, una inversione di rotta ed oggi le vele sono in procinto di raggiungere un porto che non è l’avvenire ma il finire.

Lo scorso 25 maggio la delibera comunale ha approvato lo stanziamento di diciotto milioni di euro per la demolizione immediata delle vele A, C, e D di Scampia e per la rigenerazione della vela B. Il decreto prevede la destinazione di 40 milioni ai comuni limitrofi per realizzare un innalzamento della qualità della vita e della condizione abitativa di coloro che vivono nell’area di Scampia. Il progetto passa ora all’attenzione di Palazzo Chigi, per la approvazione del finanziamento. Un primo abbattimento riguardò tre delle sette Vele originarie tra il 1997 e il 2003.

Seppure il progetto ha un fine nobile, l’abbattimento delle attuali “vele” è un segnale forte e chiaro, un messaggio da prendere in considerazione: se si vuol davvero raggiungere un porto, viaggiando sicuri, non basta solamente sostituire una nave ad una zattera ma c’è bisogno di un Capitano che gestisca la rotta della nave. Nemmeno la miglior crociera del mondo arriverebbe a destinazione senza il quotidiano impegno,controllo e intervento di un Capitano. Nessuno città del mondo riuscirebbe a migliorarsi senza il quotidiano impegno, controllo e intervento dello Stato. Con la speranza che questa volta non si è pensati solamente a investire nella nave ma anche nel Capitano, tutti speriamo che seppur martoriate, seppur segnate, seppur profondamente colpite, affondate e poi riparate, le vele tornino a spiegarsi al vento per approdare un giorno al porto dello sviluppo.

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Nato a Maddaloni il 16/05/1995. Vive a Beltiglio di Ceppaloni, un piccolo paesino della provincia di Benevento. Studia Lettere moderne presso l'Università degli Studi di Salerno. Scrive anche per Benevento ZON, AlBarSport.com e Derivati Sanniti.
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