Chi era Stefano Rodotà? Il celebre giurista, politico, accademico, Garante della Privacy è morto oggi all’età di 84 anni. Rodotà si è spento questo pomeriggio dopo una grandissima carriera, sempre condotta al fianco della legge.
Chi era Stefano Rodotà: la sua biografia
Stefano Rodotà nasce a Cosenza il 30 maggio 1933. Si diploma al liceo classico della città calabrese per poi iscriversi all’Università “La Sapienza” di Roma, dove si laurea in Giurisprudenza nel 1955. Ha discusso la sua tesi con Emilio Betti.
Ha proseguito la sua carriera accademica nell’ateneo romano, insegnando Diritto Civile negli atenei di Macerata e Genova, oltre che, appunto, a “La Sapienza”. Si segnala come uno degli autori più produttivi a livello di pubblicazioni.
La sua carriera politica è stata parimenti impegnativa. Ha fatto parte del Partito Radicale ai tempi di Mario Pannunzio, rifiutando nel 1976 e nel 1979 la candidatura in Parlamento. Nel 1979 viene eletto deputato come indipendente nelle liste del Pci. Ha fatto parte della Commissione Affari Costituzionali. Nel 1983 diviene presidente del Gruppo Parlamentare della Sinistra Indipendente e membro dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. Tornerà in Parlamento nove anni dopo, tra le file del Pds. Nel 1997 riceve il prestigioso incarico di primo presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali. Raccoglie premi e successi in tutto il mondo per il suo grandissimo sapere in materia giuridica e politica. Viene infatti insignito di diverse lauree honoris causa.
Nel 2013 viene proposto alla Presidenza della Repubblica. Raccoglie 217 voti contro i 738 di Giorgio Napolitano, che fu eletto per il suo secondo mandato.
Stefano Rodotà Morto: le sue frasi celebri
Alcune frasi celebri del giurista scomparso oggi.
- Se noi passiamo dal governo della legge al governo degli uomini (e questo non era Stalin, era Platone, per essere chiari), noi distruggiamo il fondamento della democrazia.
- Il passato non può essere trasformato in una condanna che esclude ogni riscatto.
- Chiunque metta nelle condizioni una persona, non solo un lavoratore, di non essere libero ma di essere impaurito, attenta alla democrazia, e noi in questo momento questa democrazia ce la dobbiamo sentire stretta.
- Senza il diritto al lavoro la persona perde la sua dignità.
- La conoscenza è la via non solo per acquisire valore aggiunto sul mercato, è in primo luogo la libera costruzione della personalità di ciascuno di noi.
- Il diritto è un apparato simbolico che struttura un’organizzazione sociale anche quando si sa che alcune sue norme sono destinate a rimanere inapplicate.
- I diritti fondamentali si pongono a presidio della vita, che in nessuna sua manifestazione può essere attratta nel mondo delle merci.