Era il 4 novembre del 1918 quando entrava in vigore l’armistizio di Villa Giusti, un accordo firmato il giorno prima a Padova dall’Impero austro-ungarico e dall’Italia. L’accordo prevedeva la consegna, da parte dell’Impero Austro-Ungarico all’Italia, dei territori della penisola italiana a dominio austriaco. Tuttavia la trattativa era subordinata a quella che si teneva a Versailles e l’unico punto in discussione rimaneva la data di cessazione delle ostilità. Infatti, l’armistizio di Villa Giusti del 1918 segnava la fine del sanguinoso conflitto mondiale durato ben 4 anni (dal 1914 al 1918). Attualmente, il 4 novembre, l’Italia celebra la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate. Durante la celebrazione il presidente della Repubblica depone una corona d’alloro sull’Altare della Patria, a Roma.
Fino al 1976 la ricorrenza del 4 novembre è stata celebrata con così tanto orgoglio da parte degli italiani da costituire una vera e propria festività. Infatti, fino al 1976, il 4 novembre è stato un giorno festivo per i lavoratori. Dal 1977, con la riforma del calendario delle festività nazionali, la giornata del 4 novembre non è più una giornata festiva per i lavoratori. Probabilmente anche per questa ragione la sua importanza è andata in declino negli anni. Infatti tra Ottanta e Novanta la ricorrenza non è stato più celebrata con lo stesso orgoglio. A partire dagli anni Duemila è tornata ad essere celebrata con orgoglio dalle istituzioni e dai cittadini. Ciò è dovuto, probabilmente, anche all’impulso dato dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
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