
“L’uomo è ciò che mangia” scriveva il filosofo Ludwig Feuerbach; è un vero peccato che il tedesco seguace di Hegel non sia più in vita, perché sarebbe stato proprio interessante sapere cosa ne pensa di uomini che mangiano uno squalo putrefatto! Ebbene si, in una parte del mondo, gli uomini mangiano carne putrefatta o per gli esteti della lingua: “squalo fermentato”; la sostanza non cambia. Impressionati dal nome? Beh, sarete impressionati il doppio tra un po’, quando leggerete come si prepara questa prelibatezza.
Siamo in Islanda e i tradizionalisti non riescono a fare a meno di degustare l‘Hakarl che letteralmente vuol dire “Squalo fermentato“.
Nello specifico, stiamo parlando di carne di squalo, che viene sotterrata e fatta fermentare per un periodo che varia dai 3 ai 6 mesi, giusto il tempo, per intenderci, di farla arrivare al giusto grado di putrefazione! Vi chiederete: “come fanno a capire quando la carne ha raggiunto il giusto grado di putrefazione? La risposta è semplice: dall’odore. Infatti, quando l’odore emanato è simile a quello dell’ammoniaca, allora possiamo scavare la nostra carne e cucinarla come più ci piace. Un piatto che non smuoverebbe l’appetito di alcun italiano.
Per dirla tutta, a dire il vero, anche gli islandesi non sono particolarmente golosi di Hakarl e fanno ricorso a qualche “aiutino” gastronomico per mandare giù questa pietanza. Infatti, solitamente, il piatto è accompagnato da parecchi cicchetti di “brennivìn“, una potente acquavite che aiuta ad ingerire la disgustosa pietanza.
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